Per mantenere la fertilità del terreno durante la fase produttiva degli agrumi è necessario reintegrare le asportazioni della coltura e correggere eventuali carenze che si possono instaurare.
Per razionalizzare la pratica della concimazione, riducendo gli sprechi ed effettuando gli interventi in base alle reali esigenze nutritive dell'agrumeto, si può far eseguire un'analisi chimica delle foglie presso un laboratorio specializzato; i risultati di tale analisi vanno valutati assieme a quelle dell'analisi completa del terreno.
Il prelievo delle foglie si esegue orientativamente nel mese di ottobre su foglie di circa 5-7 mesi con le seguenti modalità di campionamento:
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Escludere i filari posti al confine dell'appezzamento;
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Partite da una pianta posta all'estremità dell'area da campionare e procedete verso l'estremo opposto seguendo un movimento a zig-zag;
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Sul 10 % delle piante dell'appezzamento prelevare per pianta circa 4-5 foglie della vegetazione primaverile da rametti non fruttiferi (approssimativamente 200 foglie per ettaro di superficie), scegliendo solo piante omogenee ed evitando il prelievo di foglie clorotiche o comunque danneggiate per cause ambientali o per attacchi fitosanitari;
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Raccogliere le foglie ad altezza d'uomo, dalle parti esterne della chioma lungo tutta la sua circonferenza;
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Conservate il campione in frigorifero dentro un sacchetto fino al trasporto al laboratorio d'analisi.
La fertilizzazione organica. Il reperimento della sostanza organica, vantaggiosa perché consente un notevole miglioramento delle caratteristiche del terreno, è certamente difficile e spesso costoso ma le concimazioni andrebbero effettuate almeno con cadenza biennale nel periodo autunnale.
Preferite il letame maturo, ma in mancanza potete impiegare sostanza organica di origine diversa (deiezioni di conigli, composto per funghi, vinacce ecc). Coprite uniformemente il sottochioma con almeno 1-2 carriole di letame per pianta adulta, badando in ogni caso di effettuare lo spargimento a distanza dal tronco per evitare problemi di origine fitosanitario. Successivamente è necessaria una leggera zappettatura per interrare il concime.
In alternativa alle concimazioni, si può ricorrere anche ai concimi organici insaccati (tipo pollina) oppure, su ampi interfilari, potete provvedere ad attuare la tecnica del sovescio con la semina autunnale di piante leguminose, come il favino, che vanno interrate con una fresatura all'epoca della fioritura.
La concimazione chimica. Per stimolare la ripresa vegetativa si provvede, di norma, ad un intervento verso fine inverno-inizio primavera (marzo) con un netto anticipo rispetto alla fioritura.
Attrezzandosi con un miscelatore, si può attuare la fertirrigazione con concimi solubili che consente un migliore dosaggio, il frazionamento degli interventi, una veloce assimilazione radicale ed un risparmio sui costi di distribuzione.
Le dosi che vengono somministrati rispettano il disciplinare di produzione 2078/92 lotta integrata.